DANNI AGLI OLIVI PER IL GELO? ECCO I PRIMI ACCORGIMENTI DA ADOTTARE

DANNI AGLI OLIVI PER IL GELO? ECCO I PRIMI ACCORGIMENTI DA ADOTTARE - NOTIZIARIO DELL’OLIVICOLTORE n° 1 del 10 marzo 2018 -
a cura dell'Agr. Moreno Moraldi

Per abitudine ormai consolidata degli anni passati, il bollettino di www.perugiameteo.it è sempre stato pubblicato ad ogni ricorrenza riguardante la coltivazione, la concimazione, la difesa dell’olivo e la raccolta dei suoi frutti. Negli ultimi anni, per buona sorte di tutti noi, non sono mai intervenuti fenomeni climatici tali da dover anticipare l’uscita del notiziario per parlare di danni all’olivo, preziosa coltura dei nostri lettori.

I freddi intensi di queste ultime settimane ci costringono, purtroppo, a parlare dei danneggiamenti che gli oliveti possono aver subito a seguito delle temperature basse legate all’ondata di freddo ormai generata da un intenso afflusso di aria fredda proveniente dalla Siberia

E’ necessario premettere che sicuramente ci sono stati dei danni la cui intensità è però variabile da zona a zona e molto diversa anche all’interno dei singoli comprensori. Le situazioni variano, anche di molto, a seconda della cultivar, dell’esposizione, della protezione ricevuta dalle montagne e, soprattutto, in funzione del microclima e del ristagno di umidità verificatosi in ogni singolo appezzamento.

In certe Regioni a clima più temperato, dove le piante al momento delle gelate si presentavano con attività vegetativa più avanzata, i danni riscontrati risultano anche molto più importanti di quanto avvenuto alle nostre latitudini. In Umbria, pur con uno sviluppo a macchia di leopardo, possiamo trovare oliveti che non hanno subito alcun danno, altri che mostrano danneggiamenti alle gemme, altri ancora con danni di diversa intensità e grado che possono interessare una parte più o meno consistente del fogliame, dei rametti e dei rami più importanti. Nelle situazioni peggiori il gelo ha raggiunto anche il sistema vascolare con conseguenze che saranno valutabili soltanto tra qualche tempo, soprattutto dopo le prime giornate soleggiate con temperature in rialzo.

Nel frattempo cosa fare?

-        Soprattutto aspettare per rendersi conto della reale presenza e della consistenza dei danneggiamenti da freddo. Poi intervenire seguendo le indicazioni che arrivano dal mondo professionale senza dar corso a soluzioni proposte dal “vicino di casa” con prodotti o concimi miracolistici.

-        Sarà possibile effettuare valutazioni più attente soltanto man mano che passeranno i giorni, così da distinguere più nettamente le parti che riprenderanno a vegetare rispetto a quelle eventualmente compromesse dal gelo.

-        Chi ha potato gli olivi in anticipo rispetto al freddo, oltre ai maggiori danni sulle ferite, avrà sicuramente meno possibilità di scegliere tra i rami sani da lasciare e quelli danneggiati da togliere.

-        Sugli olivi non ancora sfoltiti si tratterà di effettuare la normale potatura tenendo conto di asportare tutte le parti tendenti alla disidratazione ed i rametti danneggiati. Particolare attenzione, prima di tagliare, dovrà essere posta nel valutare se, ed in quale esposizione della pianta, vi siano germogli terminali del 2017 con gemme imbrunite, quelle che dovranno assicurarci la fioritura e la produzione di frutti per l’anno in corso.

Nel frattempo si può e si dovrebbe intervenire con fitosanitari a base di rame, eventualmente uniti a quei prodotti di provata affidabilità, tra i tanti oggi in commercio, che stimolano l’induzione di resistenza da parte della pianta stessa. Ciò al fine di scongiurare l’insediamento della rogna e di altre patologie fungine. Nel caso si rendesse necessario effettuare dei tagli sulle branche, o comunque si provocassero ferite di una certa importanza, si consiglia di trattare immediatamente la superficie di taglio con appositi prodotti ad azione protettiva. Per coloro che preferissero preparare da soli un mastice di particolare efficacia, si suggerisce di mescolare dei prodotti rameici in polvere (idrossido od ossicloruro) in ragione di 1/3 da aggiungere a 2/3 o più di collante (tipo Vinavil facilmente reperibile in commercio), il tutto fino ad ottenere una miscela di consistenza molto fluida da spalmarsi facilmente sulla ferita con l’ausilio di un pennello.

Spello, 10 marzo 2018

Moreno Moraldi
studio.proverde@gmail.com

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Aggiornato al 31/12/2014

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